• FFM Jazz Faculty - Le Langhe non si perdono

    Opera Jazz: parlando di Cesare Pavese, delle langhe e del jazz

     

    Musiche di Gianni Virone
    Testi di Pierfrancesco Di Noia e Cesare Pavese

    Pinuccio Bellone, narratore | Sonia Schiavone, voce | Gianni Virone, sax tenore, clarinetto e flauto | Claudio Chiara, sax soprano e contralto, flauto | Fulvio Chiara, tromba e flicorno | Humberto Amesquita, trombone | Fabio Gorlier, pianoforte | Alessandro Chiappetta, chitarra | Francesco Bertone, contrabbasso | Ruben Bellavia, batteria

     

    Correva il 1937, e parlare degli Stati Uniti, la potenza giudaico-capitalistica, in termini non graditi al regime, poteva essere oltremodo pericoloso. Questa operazione di interessamento alla cultura americana e alla sua diffusione avveniva in Italia soprattutto a Torino, dove operava un consistente gruppo di intellettuali in cui il mito americano era centrale per più di un aspetto interpretativo. Pavese, il deus ex machina dell'americanismo piemontese, operò fino alla metà degli anni trenta con le traduzioni degli scrittori statunitensi contemporanei e con "I saggi critici" trasforma il mito americano in "fede letteraria ed ideologica" e fede jazzistica, potremmo aggiungere. L'interesse più o meno forte per una forma culturale tipicamente americana quale è il jazz accomunò infatti intellettuali ed artisti molto diversi tra loro per interessi e discipline praticate, ma anche per mentalità e grado di impegno politico. Vedremo però che in alcuni casi - valgano da esempio più significativo quelli di Pavese, Mila, Soldati - il jazz costituì un riferimento culturale non indifferente. Il jazz "è la speranza dell'intero mondo musicale", secondo una celebre definizione di Leopold Stokowski...Citando l’affermazione “Quando non sai cos’è, allora è jazz!” del famoso Novecento, personaggio letterario nato dalla penna di Alessandro Baricco, crediamo sia importante accendere i riflettori su questo genere musicale.

    Fin dagli anni venti, ma in modo più radicato e consapevole a partire dal dopo guerra, nasce la grande tradizione jazzistica del nostro paese. Si accolgono e si rielaborano ritmi giunti da oltre oceano dando vita alla “nuova musica” che in quegli anni conquistò il paese.

    Aperta ora alle suggestioni d’avanguardia, ora a impostazioni più consolidate, questa passione è rimasta intatta nei decenni e ancora oggi catalizza moltissimi cultori di una musica sempre “work in progress”. In questa essenza impalpabile, nella sua ricerca continua di emozioni tra suoni e dissonanze, si possono forse individuare le ragioni del fascino che il jazz ha sempre esercitato sui musicisti e su chi a vario titolo si avvicina a questo genere musicale.

    Promuovendo questo progetto che unisce il jazz con la letteratura in genere, la Fondazione Fossano Musica vuole dare corpo e visibilità alle sonorità di una passione arrivata fino ad oggi grazie alla competenza ed impegno profuso da parte di molti musicisti, nella convinzione che la diffusione dell’arte e della cultura in tutte le sue espressioni sia un fattore indispensabile per lo sviluppo di un territorio di cui la FFM si sente parte integrante.

     

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